quanto siete belli!

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mercoledì 16 ottobre 2013

Treccia squisita di Hansel e Gretel (treccia mochena)

Quant'è buona questa treccia! Ricorda la dolcissima casa che attirò Hansel e Gretel.
Questa treccia però, non riserva brutte sorprese (vedi strega mangiona di bambini)ed è solo da gustare tutti insieme in qualsiasi momento della giornata.
E' un dolce che si può preparare con i bambini in una domenica a casa, così c'è tutto il tempo per parlare di Hansel e Gretel e della loro disavventura. C'è il tempo per guardare il cartone animato o sfogliare il libro e magari disegnarli, colorarli o come avevamo fatto noi, costruirli di cartoncino con i loro vestitini (come le bambole di carta) e fare il teatrino.


Ingredienti

250 gr. di farina bianca
50 gr. di burro morbido
100 cc di latte tiepido
1 uovo
1 cucchiaio di zicchero
mezzo cubetto di lievito di birra
un pizzico di sale
crema pasticcera e marmellata di mirtillo rosso

Impastate il tutto con il procedimento del pane, quindi sciogliete nel latte tiepido lo zucchero e il lievito e aggiungete il resto, tranne crema pasticcera e marmellata (servono per la farcitura).
mentre lievita preparate la marmellata e la crema pasticcera
Lasciate lievitare coperto e al caldo per almeno un'ora e poi dividete l'impasto in 2 parti(per fare 2 trecce) e stendete le sfoglie sottili con il mattarello.


vi consiglio di mettere la sfoglia nella placca da forno per la farcitura altrimenti non la spostate facilmente

praticate con la rotella 2 linee 'immaginarie' in verticale e poi tagliate tante parti ai lati

farcite con marmellata e crema pasticciera

e chiudete la treccia.......

.....fino in fondo

cuocete a 200 gradi in forno caldo per 20 minuti circa

si può rendere lucida pennellando prima d'infornare con acqua e zucchero




Che bontà...ed ecco a voi la fiaba:

In un bosco abitava un povero taglialegna con sua moglie e i suoi due bambini: Hänsel e Gretel.
Una sera,  la moglie lo convinse che era necessario abbandonare i bambini nel bosco, altrimenti sarebbero morti tutti di fame, ma i ragazzini li udirono. Hansel uscì di casa, raccolse dei sassolini bianchi  e se li mise in tasca.
Il giorno seguente tutta la famiglia andò nel bosco prima dell'alba, durante il percorso Hansel seminò i suoi sassolini. I genitori lasciarono i bimbi in mezzo al bosco, dicendo che andavano a spaccare legna, ma si fece notte fonda e non tornarono a riprenderli.
Al sorgere della luna Hansel prese Gretel per mano; i ciottoli brillavano come monete nuove di zecca e indicavano loro il cammino. Camminarono tutta la notte e quando fu mattina giunsero a casa. Il padre si rallegrò di cuore quando vide i suoi bambini, poiché‚ gli era dispiaciuto doverli lasciare soli; la madre finse anch'essa di rallegrarsi, ma segretamente ne era furiosa.
Qualche tempo dopo la situazione peggiorò ancora di più e la madre propose di condurre i bambini più addentro nel bosco, cosicché non riuscissero più a tornare a casa. Stavolta però Hansel non riuscì a raccogliere i sassolini e, lungo il percorso, seminò delle briciole di pane che degli uccellini mangiarono, così non riuscirono a ritrovare la strada di casa. 
Quando i bambini ebbero udito quel discorso, Hänsel si alzò per raccogliere di nuovo i ciottoli, ma quando giunse alla porta, la madre l'aveva chiusa. Tuttavia consolò Gretel e disse: "Dormi, cara Gretel, il buon Dio ci aiuterà."

Allo spuntar del giorno ebbero il loro pezzetto di pane, ancora più piccolo della volta precedente. Per strada Hänsel lo sbriciolò in tasca; si fermava sovente e gettava una briciola per terra. "Perché‚ ti fermi sempre, Hänsel, e ti guardi intorno?" disse il padre. "Cammina!" - "Ah! Guardo il mio piccioncino che è sul tetto e vuole dirmi addio." - "Sciocco," disse la madre, "non è il tuo piccione, è il primo sole che brilla sul comignolo." Ma Hänsel sbriciolò tutto il suo pane e gettò le briciole per via.
Camminarono invano, stanchi e affamati per tre giorni, quando giunsero di fronte ad una casina
 fatta di pane e ricoperta di focaccia, con le finestre di zucchero trasparente.
Decisero di mangiare un po' di quella casetta, quando sentirono una strana voce, poi la porta si aprì e comparve una vecchia decrepita che prese entrambi per mano e li condusse dentro la sua casetta. 
 Fu loro servita una buona cena, latte e frittelle, mele e noci; poi furono preparati due bei lettini bianchi, e Hänsel e Gretel si coricarono e pensavano di essere in Paradiso. Ma la vecchia era una strega cattiva che attendeva con impazienza l'arrivo dei bambini e, per attirarli, aveva costruito la casetta di pane. Quando un bambino cadeva nelle sue mani, lo uccideva, lo cucinava e lo mangiava.
Il mattino dopo prese Hansel e lo rinchiuse in una stia poi ordinò a Gretel di farsi che il fratello ingrassasse per bene perché se so lo voleva mangiare.  Gretel si spaventò e pianse, ma dovette fare quello che voleva la strega.
Ora ad Hänsel venivano cucinati ogni giorno i cibi più squisiti, poiché‚ doveva ingrassare; Gretel invece non riceveva altro che gusci di gambero. Ogni giorno la vecchia chiedeva a Hansel di sporgere le dita per sentire se era diventato abbastanza grasso, ma Hansel le sporgeva sempre un ossicino di pollo. Allora un giorno la vecchia si stancò e decise che l'avrebbe mangiato comunque. Chiese a Gretel di preparare un paiolo pieno d'acqua e di metterla a bollire. Gretel dovette ubbidire ma le venne un'idea. Chiese alla strega di mostrarle come doveva fare per controllare se il forno era pronto e quando la vecchia glielo mostrò, lei la spinse dentro e la chiuse dentro al forno bollente ed ella morì.
Gretel corse a liberare Hänsel e insieme si riempirono le tasche di tutte le perle e pietre preziose di cui era piena la casa, poi se ne andarono.Tutta la casetta era piena di perle e di pietre preziose: essi se ne riempirono le tasche e se ne andarono in cerca della via che li riconducesse a casa. Dopo breve tempo ritrovarono la loro casa: il padre si rallegrò di cuore quando li rivide, poiché‚ non aveva più avuto un giorno di felicità da quando i suoi bambini non c'erano più. Anche la madre li abbracciò forte, si era tanto pentita del suo gesto... Ora i bambini portarono ricchezze a sufficienza perché‚ non avessero più bisogno di procurarsi il necessario per vivere.
F. Panini editore

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